Alle 18:00 di venerdì 12 luglio, al Teatro dei Fabbri di Trieste, l’artista filippino Czar Kristoff presenta il suo progetto “BE/CO/MING – A Monument” in occasione del secondo appuntamento con Vettori 2024, le Residenze Artistiche/Artisti nei Territori del Teatro La Contrada, presso cui Kristoff è ospite dal 28 giugno al 15 luglio 2024. Il progetto Vettori, realizzato con il sostegno della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia e del Ministero della Cultura e con la collaborazione del Comune di Trieste, si pone come obbiettivo la ricerca e la sperimentazione attraverso la creazione di spazi di esperienza per l’artista, il quale funge da catalizzatore per ispirare lo spettatore attivo a sviluppare una nuova coscienza sulle connessioni remote ed inaspettate tra diverse culture e individui. Kristoff, nel suo lavoro, ha da sempre incrociato performance, architettura e fotografia, con una riflessione sui monumenti urbani, sulla migrazione e sul lavoro.
L’allestimento “BE/CO/MING – A Monument” mira a esplorare come, perché e quando i monumenti vengono costruiti, mantenuti, lucidati, celebrati, dimenticati, demoliti e ridefiniti. I residui di questa rimessa in scena verranno raccolti e montati per realizzare una pubblicazione o un film, che prevede anche un karaoke.
L’artista filippino vuole rivolgersi non solo alla città, ma anche ai lavoratori filippini migranti a Trieste. La sua opera parte, infatti, dalla sua esperienza personale e dal rapporto con molti suoi famigliari emigrati in Europa. “Praticare l’arte, soprattutto per coloro che provengono da un ambiente operaio, è considerato un lusso. Sono riuscito a permettermelo solo grazie al sostegno dei miei generosi parenti, per lo più di sesso femminile, che lavorano come lavoratori migranti in Europa. Senza di loro non credo che sarei in grado di costruire le basi della mia carriera di operatore culturale,” dice Kristoff.
“Nel corso degli anni sono entrato in istituzioni e spazi che mai avrei immaginato di poter accogliere. La mia pratica è diventata la chiave che mi ha permesso di “nidificare”, sotto forma di mostre, conferenze, ricerche e interventi editoriali, portandomi a ridefinire e rimodellare parti della mia identità, storia e coscienza. Attraverso questa residenza intendo mettere in luce non solo le questioni della migrazione e del lavoro, ma anche la lotta e le aspirazioni individuali e collettive che si sono formate dalla lontananza da casa, in particolare dalle Filippine. I monumenti sono generalmente costruiti per commemorare un evento o una persona significativa. La loro presenza serve anche per orientarsi in una città, un paese, un luogo. I monumenti urbani riflettono il modo in cui i nostri antenati usavano alberi, montagne e fiumi come punti di riferimento per ricordare il loro cammino. Che cosa accadrebbe se i monumenti si spostassero improvvisamente? Come identificheremo le località o arriveremo alle destinazioni?”
Anche l’accostamento alla fotografia viene, per Kristoff, da un doloroso ricordo personale. “La mia pratica, nella sua interezza, è una misura per ridefinire il potere e il controllo, dopo averne sperimentato l’assenza fin dalla mia infanzia. Uno dei primi ricordi di come la fotografia abbia avuto un impatto significativo nella mia vita è quello del recupero delle fotografie danneggiate dall’alluvione causata dal tifone Rosing del 1995. Il fatto che non ci fosse modo di riparare i danni alle fotografie ha piantato nella mia mente il seme, che avrei capito da adulto, che i ricordi sono danneggiati come le fotografie di cui dovevano essere monumenti. Senza le registrazioni dei momenti del tempo che desideriamo conservare, l’oblio è imminente. Mi è stato quindi presentato un mondo di forme che scompaiono. Anche l’unica forma solida che ho conosciuto nella mia giovane vita, l’unità familiare, è crollata. Questo ha intensificato l’urgenza personale di registrare momenti, ricostruire narrazioni, memorizzare cose inesistenti solo per il gusto di farlo. La fotografia mi ha permesso di agire su questo impulso, di essere l’architetto delle forme che voglio salvare dal crollo e di quelle che permetto di essere temporanee – il che è caratteristico delle mie opere blueprint, fotografie che svaniscono organicamente come volevo».
Czar Kristoff
Czar Kristoff, nato nel 1989 nelle Filippine, è un artista che lavora tra fotografia, video, performance ed editoria. È interessato alla ricostruzione dello spazio e della memoria attraverso concetti di nidificazione e architettura temporanea, per l’occupazione pedagogica. Utilizza l’editoria artigianale, come progetti, Xerox e altri metodi di stampa a bassa fedeltà, come suo attuale mezzo di interesse. La sua pratica artistica si basa sulle sue esplorazioni della memoria e dell’identità. Nel 2018 è stato uno dei quattro artisti filippini presenti in “Under Construction. Manila Today”, una mostra presentata da Artvisor a Londra. Il suo lavoro è stato oggetto di recenti mostre al Tai Kwun Contemporary di Hong Kong, al Vargas Museum di Manila e al C3 Artspace di Melbourne. Ha fondato la Temporary UnReLearning (URL) Academy, una piattaforma educativa interessata alla produzione artistica e culturale queer nelle Filippine. Vive e lavora a Laguna, Filippine.
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