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La Felicità: a LET’S PLAY debutta la nuova produzione Contrada - LA NOUVELLE VAGUE 5/6/25

  • Immagine del redattore: Teatro La Contrada
    Teatro La Contrada
  • 6 giu
  • Tempo di lettura: 2 min

Questa è l'immagine del cartellone pubblicitario che anticipa un evento estivo chiamato Let's Play. Questo, coinvolgerà tre teatri tra i quali: Bonawentura/Teatro Miela La Contrada, e il Teatro Stabile Sloveno. Lo spettacolo in questione è La Felicità con Maurizio repetto e Marzia Postogna. Sfondo giallo. Smile e occhi con bocca all'ingiù.

Ancora un debutto targato La Contrada nell’ambito della quinta edizione LET’S PLAY, la rassegna teatrale inserita nel cartellone di Trieste Estate 2025 e realizzata grazie alla collaborazione tra i teatri La Contrada, Bonawentura/Teatro Miela e il Teatro Stabile Sloveno e alla collaborazione di Comune di Trieste e Civici Musei. 


Da venerdì 6 a domenica 8 giugno negli spazi esterni del Museo Sartorio di Trieste, alle 21, andrà in scena la nuova produzione Contrada “La Felicità”, un’opera di Eric Assous con la regia di Marcela Serli. 


Sul palco gli attori Marzia Postogna e Maurizio Repetto daranno vita a una commedia che sa essere al contempo vivace e intensa, capace di sorprendere con i suoi numerosi sviluppi inattesi. I protagonisti sono Luisa e Alessandro, non più nel fiore degli anni, che condividono una notte in seguito a un incontro fortuito.


I due amanti si trovano a dover affrontare le incertezze, le falsità e i piccoli compromessi che inevitabilmente emergono in simili circostanze, dove il disincanto portato dall’età adulta rende l’esperienza amorosa qualcosa di tutt’altro che semplice. Attraverso un dialogo che oscilla tra diversi registri, la pièce svela le fragilità molto umane di ciascun personaggio.«In questa mise en espace de La felicità di Eric Assous – spiega Marcela Serli – ho scelto di mettere in luce il gioco paradossale che attraversa tutto il testo: personaggi che dicono una cosa e ne pensano un’altra, relazioni che si costruiscono su mezze verità, dialoghi che oscillano tra l’apparente leggerezza e un disincanto profondo. 


La comicità di Assous non è mai semplice intrattenimento: è un meccanismo affilato, crudele, che smaschera con eleganza le ipocrisie dell’intimità. Il mio pensiero registico per questo studio preliminare si muove proprio su questa linea sottile, cercando di far emergere il ritmo serrato, la tensione nei non detti, e l’assurdità che a volte prende il sopravvento sul sentimento.


Lavorando con gli attori, ho scelto di mantenere visibile il dispositivo teatrale: lo spazio della mise en espace non nasconde nulla, anzi, espone tutto — corpi, voci, dinamiche. È un invito a guardare da vicino l’anatomia fragile e comica dei nostri legami. Perché forse la felicità, più che uno stato dell’essere, è un malinteso ben costruito.»

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