Bella Dentro
di e con Ilaria Marcuccilli
Due donne, due storie familiari intrecciate, due destini diversi.
Viola venticinquenne friulana, è rinchiusa nel manicomio di Trieste. Isterica, affetta da tribadismo, per i medici e “figlia del demonio” per la famiglia, viene abbandonata in una realtà dove guarire dalla sua femminilità. Giunta all’ultimo stadio di umanità, decide di chiudersi dentro la stanza della sua mente e di non camminare più. Resta a letto. E quando la obbligano ad alzarsi, si lascia cadere a terra. Come un verme. Un lombrico. Qualcosa di viscido e poco senziente. Ecco che lì, un segreto le si rivela, come una realtà celata a una vita in cui sei solo “bella dentro”: c’è sempre una scelta.
Moltissimi anni dopo, Marianne Strobl, fotografa, cammina nel viale alberato del manicomio di San Giovanni: una finestra aperta attira la sua attenzione. Una donna rinchiusa. Sola, ma felice. Marianne, macchina fotografica alla mano, cattura l’ultimo momento di vita di Viola, rendendo quella verità senza nome, parte di un’eredità segreta, altrimenti destinata a morire non solo nella materia, ma anche nel silenzio. La scena inizia in una camera oscura dove sono appese delle foto. Marianne le osserva da fuori, invisibile al pubblico, e narra la storia della sua famiglia, che s’intreccia drammaticamente con la storia di Viola.
Teatro Contemporaneo
Monologo