Canto di Natale
da Charles Dickens
regia Giacomo Segulia
con Chiara Cervati e Ettore Oldi
Lo spettacolo vede come perno la figura di Ebenezer Scrooge. Il vecchio usuraio è solo al mondo, isolato da tutto e tutti. Si è voluto quindi far emergere questa situazione anche a livello scenico: al centro, su una piattaforma girevole, c’è tutto il mondo di Scrooge; quella è la sua casa, ma anche il suo ufficio, il suo universo, la sua tomba. Tutto intorno c’è invece il mondo dei tre Spiriti e il mondo reale: gli impiegati sfruttati, i parenti, il popolo affamato, i poveri ammalati, cioè tutto ciò che Scrooge tiene a debita distanza dal suo castello di solitudine. Tutte queste figure sono affidate ad un'unica attrice, per sottolineare il dualismo tra il mondo di Scrooge e l’esterno. Sarà solo alla fine con la conversione finale di uno Scrooge ormai pentito che i due mondi entreranno davvero in contatto, con il crollo, anche concretamente sulla scena, dei muri che li dividevano. Un altro aspetto fondamentale è la dimensione sonora. A condurre gli spettatori nella fiaba teatrale ci saranno la musica, i suoni e i rumori, che avranno una loro dinamica precisa integrata nella drammaturgia. Si creerà così un unicum tra azione scenica e dimensione sonora.
Teatro Ragazzi
Spettacolo per Bambini