“Pazza: un inno al libero arbitrio”: intervista a Nicola Rignanese ZIPNEWS.IT 13/3/25
- La Contrada TeatroStabilediTrieste
- 1 apr
- Tempo di lettura: 3 min

In scena da domani fino a domenica al Teatro Gioiello lo spettacolo Pazza con Vanessa Gravina e Nicola Rignanese per la regia di Fabrizio Coniglio. A questo proposito, abbiamo conversato con Nicola Rignanese.
Nicola, partiamo dalle basi. Come sei entrato in contatto con questa produzione e questo testo?
In realtà per sbaglio, per caso. Perché sostituisco un altro attore all’ultimo momento. Con Fabrizio Coniglio, il regista ma anche un interprete che sarà in scena, ci conoscevamo da tempi non sospetti e mi ha chiesto se volevo entrare a far parte di questo gruppo e cosi è partita questa produzione.
Il testo è stato scritto negli anni ’80 e sempre in quel periodo ha debuttato a Broadway. Poi è stato realizzato anche un film nel 1987 con Barbra Streisand e Richard Dreyfuss. Avete preso qualche ispirazione da quelle interpretazioni?
Non è abitudine mia, sicuramente, quella di vedere interpretazioni precedenti. Anzi io evito quelle situazioni perché rischierei di essere influenzato, anche non volendolo, dall’interpretazione di quei grandi attori. Poi, nel testo sono indicati dei movimenti e delle movenze ma spesso il regista reinventa completamente ex novo una partitura di nuovi movimenti, così come gli stessi attori in scena. Questa è la forza del teatro.
Tu sei il co-protagonista di questa pièce e interpreti l’avvocato d’ufficio che difende la protagonista. Qual è l’aspetto che più ti ha intrigato del suo personaggio?
Diciamo che quando sei in scena devi sempre stare in ascolto perché le informazioni potrebbero arrivare da un momento all’altro. Questo personaggio io ho deciso di mostrarlo, anche esteticamente e fisicamente, come un omettino, una persona a cui non gli daresti due lire. Ma anche una persona che non ha scelto di stare dalla parte del sistema e del potere, facendo l’avvocato d’ufficio con tutte le incertezze e le difficoltà del caso.
Una persona con una sua integrità.
Sì, lui capisce di avere di fronte una persona e un caso che potrebbe scardinare il sistema. E quindi si rende conto che il suo scetticismo iniziale cade quando vede nella sua assistita (Vanessa Gravina) una persona che vuole esercitare il suo libero arbitrio, volendo essere libera di scegliere anche di come morire e di come stare al mondo.
Il testo, nonostante abbia compiuto più di 40 anni, tocca tanti temi di attualità. Qual è secondo te quello più preminente?
È un testo che tocca vari temi, tra cui in modo metaforico anche quello dell’eutanasia, ma non solo quello. Stiamo parlando di una storia di una donna che, nonostante le origini borghesi, diventa un’escort per sua volontà. Una escort accusata di un grave reato molto pesante verso un cliente e che vuole essere giudicata in quanto persona cosciente e non come “pazza”. Quindi, per me il grande tema di questo spettacolo, al di là del fatto giuridico, è il libero arbitrio: ovvero la libertà di come vivere, come stare al mondo e di come morire.
Per chiudere, ti chiedo un motivo per il quale inviti il pubblico a teatro a seguire il vostro spettacolo.
Invito il pubblico a vedere questo spettacolo innanzitutto perché siamo in un’epoca di serie crime e di tante fiction di questo genere. Poi, quello che ho scoperto è che il pubblico, nelle altre repliche che abbiamo fatto, diventa quasi un altro interprete dello spettacolo: si vive questo testo come un pubblico di un’aula di tribunale. Quindi invito le persone ad essere partecipi, quasi a spiarci in questo processo.
Pazza sarà in scena dal 14 al 17 marzo al Teatro Gioiello di Torino. In scena oltre a Nicola Rignanese e Vanessa Gravina troveremo Davide Lorino, Paola Sambo, Maurizio Zacchigna e Fabrizio Coniglio, anche regista dello spettacolo.
Teatro a cura di Riccardo Minniti
Opmerkingen